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Abstract Il presente studio intende analizzare la traduzione in arabo de Il Visconte Dimezzato, primo romanzo della trilogia calviniana I Nostri Antenati. Il romanzo ha due traduzioni in arabo: la prima traduzione è stata eseguita dal traduttore Maen Mustafa Ḥassun nel 2000, e la seconda è stata presentata dalla traduttrice Amani Fawzi Ḥabashi nel 2006. Questa tesi prende la prima traduzione di Ḥassun come corpus per l’analisi, perché leggendola e mettendola a confronto con l’originale, si sono riscontrati tanti problemi legati al processo traduttivo soprattutto sui livelli sintattico e semantico. La tesi si divide in una premessa, un’introduzione e due capitoli. Nell’introduzione passo in rassegna i principi di scrittura letteraria che rappresentano per Calvino dei “valori o qualità o specificità della letteratura” (Calvino, I. 1988: 6), esposti nelle sue Lezioni Americane e mostro brevemente alcune caratteristiche dello stile di Calvino e della sua opera da una parte e le tecniche traduttive più usate dal traduttore siriano per rendere il prototesto dall’altra. Nel primo capitolo dedicato all’analisi sintattica della traduzione si analizzano quattro punti: si inizia ad esaminare il modo di rendere il periodare di Calvino, poi lo segue a ruota l’analisi delle relazioni sintattiche tra le proposizioni, perché in alcuni casi un cambiamento nel periodare implica un cambiamento nei rapporti tra le frasi. Successivamente, si passa all’analisi del valore dei sintagmi preposizionali, in quanto cambiano senso a seconda del tipo del complemento che introducono. Infine, il capitolo si chiude con l’analisi di due fenomeni della sintassi marcata: la frase scissa e la dislocazione. Nel secondo capitolo dedicato all’analisi semantica della traduzione vengono analizzati i sette elementi seguenti: parole della lingua comune, non appartenenti ad un linguaggio settoriale, termini appartenenti a linguaggi settoriali diversi, parole polisemiche, termini legati alla cultura di partenza, gli alterati, gli aggettivi (cui dedico un punto a sé, perché Calvino ne fa tanto uso in modo che merita la loro messa in risalto), le espressioni idiomatiche, le collocazioni e infine le figure semantiche (metafore e similitudini). Nelle conclusioni sono esposti i risultati raggiunti ed è descritto dettagliatamente l’approccio del traduttore, assieme alle tecniche da lui adoperate lungo la traduzione e a quale punto tale approccio è stato efficace a rendere il senso e la forma del prototesto in arabo, prendendo in considerazione i sei valori di scrittura letteraria ribaditi e adottati dall’autore. In appendice dopo la bibliografia e la sitografia ci sono 18 tabelle comprendenti ulteriori esempi tratti dai cinque punti: i termini speciali, i termini culturali, gli alterati, le espressioni idiomatiche e le metafore e le similitiduni. |